sabato 23 febbraio 2008

prima "offerta" alla comunità - si tratta di appunti dalle lezioni, materiale utilissimo per i test. A breve pubblicheremo i test probabili.

AUTORE NOVELLA P. - SSIS CH. 07-08


PILLOLE di PEDAGOGIA GENERALE (parte prima)
La pedagogia è la scienza relativa al bambino. Il termine viene dal greco παις+λογος+αγω (pais "fanciullo"+logos "discorso"+ago "conduco"), e ha in sé l’idea del movimento, poiché infatti nell’antica Grecia il pedagogo conduceva per mano i bambini là dove ricevevano un’educazione. Anche nel concetto di educazione (educere, cioè trarre fuori da, tirare fuori) c’è l’idea del movimento. Il concetto di formazione indica il prendere forma, cioè forgiare ma anche l’auto formarsi, l’auto realizzarsi in maniera personale. Il termine apprendimento (ad-prehendo) esprime l’idea del trattenere a sé un contenuto che vuole essere fatto proprio.
DURKHEIM (1858-1917 sociologo francese, iniziatore del nuovo indirizzo della sociologia che tende ad enucleare dalla storia gli aspetti di una coscienza collettiva) definisce l’educazione un processo di trasmissione di valori da una generazione anziana ad una giovane. L’educazione non è statica, deterministica o meccanicistica, ma fa riferimento ad un itinerario per la realizzazione dell’uomo come essere individuale, sociale, psicologico, relazionale; è un atto intenzionale, pianificato, progettato. Educare è trasmettere contenuti, idee, cultura. L’educazione è:
Un’attività umana fondamentale, da ricondurre alla capacità di apprendimento dell’organismo umano e all’esigenza di ogni generazione di trasmettere il proprio patrimonio culturale (→Durkheim).
È un atto dello spirito umano, nella sua realizzazione individuale e sociale.
La pedagogia affronta tre problemi:
I fini dell’educazione. Questi dipendono dal modo in cui l’educazione è concepita.
Il rapporto educativo come rapporto comunicativo. GIUSEPPE LOMBARDO RADICE (1879-1938 filosofo e pedagogista, membro della commissione per la stesura dei nuovi programmi del 1923-24, stilò la parte riguardante la scuola primaria e, ispirandosi al neoidealismo gentiliano, vi introdusse molti elementi inediti come il gioco, il lavoro manuale, e una particolare attenzione alla salvaguardia delle tradizioni popolari) guarda al rapporto docente-discente come a una comunione di anime , in cui il discente assimili quanto il maestro trasmette. Nella filosofia dell’attivista DEWEY (1859-1952) il rapporto è di transazione e di interazione, cioè il maestro e l’allievo agiscono l’uno sull’altro.
Il rapporto tra educazione e scuola. C’è la necessità oggi di rendere la scuola educativa.
La pedagogia oggi è considerata scienza. L’acquisizione è iniziata alla fine dell’800, dalla matrice della filosofia. In quanto scienza ha un oggetto, ossia un contenuto, un metodo della trasmissione, dei fondamenti scientifici. L’oggetto specifico della pedagogia non è l’uomo né l’educazione, della quale se ne occupano anche altre discipline come la filosofia, la psicologia, l’antropologia, bensì il processo formativo.
L’educazione è un concetto legato alla riflessione filosofica, la formazione invece si occupa del come tradurre le conoscenze nelle attività quotidiane. Il processo educativo ha una connotazione valutativa discendente dalla tradizione pedagogica legata al fine dell’educazione. Il processo formativo ha in sé il concetto di movimento, è privo di meccanicismo, indica un iter continuativo, inconcluso, percorrendo il quale l’uomo giunge alla sua affermazione in quanto persona nella vita sociale. Alla nascita l’uomo è meno dotato rispetto agli altri esseri viventi, ha un numero di geni ridotto. Questa lacuna biologica è il punto di forza dell’uomo che ha colmato questo deficit con la cultura, ossia con tutto ciò che è costruito dall’uomo, beni materiali (manufatti) e immateriali (le idee); l’educazione quindi è una dialettica tra natura e cultura. Nel processo formativo prende forma la conoscenza, che reclama un dialogo perché senza condivisione la conoscenza è inutile, e dà forma la soggetto. Avviene all’interno delle agenzie formative come la famiglia, la scuola, che si occupano di trasmettere i saperi utili all’inserimento dell’individuo nella società in cui vive.
L’apprendimento:
È un processo naturale;
Indica un processo permanente, che accompagna l’uomo per tutta l’esistenza;
È un processo intenzionale;
È un processo relazionale.
L’apprendimento è a metà del processo tra natura e cultura. È un processo complesso che trova il suo fondamento funzionale nel cervello che recepisce, seleziona ed elabora le informazioni che vengono dall’ambiente. Ha per fine il trasmettere e il ricevere conoscenze. DARWIN (1809-1882) e SPENCER (1820-1903) superano la teoria per cui l’uomo è un essere incontrastato in natura; FREUD (1856-1939) modifica ulteriormente l’immagine dell’uomo e le teorie del comportamento; si introduce il paradigma del cambiamento e la relazione tra uomo e ambiente. Nella teoria del comportamentismo (HULL, TOLMAN, SKINNER) l’apprendimento è un atto meccanico, poiché allo stimolo dell’ambiente segue una risposta nell’uomo, senza la possibilità di modificare l’apprendimento. SKINNER (1904-1990 psicologo statunitense, fra i maggiori esponenti del comportamentismo, introduce la distinzione tra comportamento rispondente, cioè in presenza di uno stimolo verificabile, e comportamento operante, quando quello sembra mancare, rifiutando l’assunto comportamentista che ogni risposta presuppone uno stimolo) nella teoria del condizionamento operante afferma che ad uno stesso stimolo vi sono reazioni diverse, frutto della libertà. Si fa strada l’ipotesi delle dinamiche interne all’individuo stesso (→cognitivismo, orientamento della psicologia sperimentale sorto nel 1950-60 in Gran Bretagna che riporta al centro della psicologia lo studio delle attività mentali, dalle cui regole i comportamenti vengono determinati ≠ comportamentismo. PAVLOV). PIAGET (1896-1980 psicologo svizzero, si interessa in particolar modo ai problemi epistemologici, approfonditi attraverso l’esame dei processi cognitivi nell’ambito della psicologia dell’età evolutiva) parla di apprendimento per stadi, un processo lineare, con limiti al di là dei quali l’apprendimento non può andare. BRUNER (1915- psicologo statunitense, tra i primi a introdurre negli USA le idee di Piaget) afferma che rispettando determinate condizioni, è possibile insegnare e far apprendere conoscenze che accelerano i processi e gli sviluppi dell’età evolutiva. In questo modo l’apprendimento non è un processo lineare ma a spirale. L’apprendimento step by step è un accumulo di conoscenze acquisite; l’apprendimento a spirale sottolinea il meccanismo mediante il quale l‘apprendimento modifica la qualità delle nostre conoscenze (apprendimento quantitativo≠apprendimento qualitativo).

1 commento:

p. de rosa - ammin. ha detto...

grazie ancora per il contributo a nome di molti-
aspetto quell'altro.
ciao

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