domenica 8 giugno 2008

DAL SITO INPS

Perché la riforma della previdenza complementareNel nostro Paese negli ultimi decenni si vive meglio e di più. È aumentata di molto la popolazione anziana, mentre nascono meno bambini. Si pagano quindi pensioni a più persone e per più tempo. Per mantenere il sistema previdenziale in equilibrio si sono rese necessarie varie riforme per effetto delle quali le pensioni dei futuri pensionati saranno meno generose rispetto a quelle pagate ai lavoratori andati in pensione nel recente passato. La differenza sarà avvertita in particolare dai lavoratori entrati nel mondo del lavoro dopo il 1° gennaio 1996, o con pochi anni di servizio a quella data. Un esempio può servire a chiarire la situazione. Consideriamo il caso di tre lavoratrici dipendenti. Tutte iniziano a lavorare a 25 anni e vanno in pensione a 60 anni. Ipotizzando uno stipendio identico, l’unica loro differenza è l’anno di nascita: Adele è nata nel 1950, Beatrice nel 1965 e Chiara nel 1980. Oggi tutte percepiscono un reddito lordo di 20.000 euro. A 60 anni la loro pensione può essere così stimata.

Adele
Beatrice
Chiara
Sistema di calcolo
Retributivo
Misto
Contributivo
Età / Anno
60 / 2010
60 / 2025
60 / 2040
Ultimo Reddito
20.807
28.005
37.690
Pensione
13.965
16.758
21.346
Rapporto Pensione/Reddito
67%
60%
57%
Note:
tutti i valori sono al lordo della tassazione e depurati dall'effetto dell'inflazione
le retribuzioni sono calcolate:
per il passato, sulla base dell'andamento storico delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti
per il futuro, si immagina la crescita al netto dell'inflazione del 2%
il tasso di crescita dell'inflazione utilizzato nei calcoli per il futuro è ipotizzato al 2%
il tasso di crescita reale del Prodotto Interno Lordo è ipotizzato pari all'1,5% annuo
i coefficienti di trasformazione applicati alla componente contributiva sono indicati dalla L. 335/95, senza alcun aggiornamento ipotizzato Per consentire ai lavoratori di avere, anche durante il periodo del pensionamento, un reddito non troppo diverso da quello avuto durante la vita lavorativa, la legge, entrata in vigore il 1° gennaio 2007, si propone di sviluppare un sistema pensionistico basato su due "pilastri": il primo è rappresentato dalla previdenza obbligatoria (erogata da Inps, Inpdap, Casse professionali etc.) e assicura la pensione base; il secondo è rappresentato dalla previdenza complementare il cui fine è di pagare pensioni che si aggiungono a quelle della previdenza pubblica. L’adesione a forme pensionistiche complementari sarà fondamentale per garantire agli anziani di domani pensioni di importo adeguato e una vita più serena e tranquilla.

Nessun commento:

autori e collaboratori