lunedì 3 marzo 2008

Dalla Legge Casati (1859) alla scuola media unica (1962)

1859
La Legge Casati rappresenta l'tto di nascita della scuola nazionale, in particolare della scuola elementare. Il suo ambito di applicazione fu esteso ai diversi territori conquistati nel processo di unificazione italiana, ma rimase comunque una scuola inefficiente, sia per la scarsa attrezzatura che per la mancanza di strutture e personale docente.
L'istruzione elementare e' affidata ai comuni, a cui sono accollati gli oneri di provvedere all'edilizia e alla retribuzione degli insegnanti.
La scuola elementare e' ordinata in due gradi:
Inferiore, in paesi con almeno 50 bambini, e' della durata di tre anni, obbligatoria e gratuita
Superiore, in comuni con oltre 4.000 abitanti
Tutte le classi sono distinte in maschili e femminili.
L'istruzione secondaria si suddivideva in:
Scuola normale: triennale, era un corso propedeutico dopo la scuola elementare;
L'istruzione secondaria classica, articolata in due gradi: ginnasio,di 5 anni, liceo, di 3 anni. Entrambe sono scuole classiche, riservate all'élite per aderire a quelle professioni liberali che sono l'ossatura della classe dirigente italiana;
L'istruzione tecnica e professionale,(istruzione agraria,commerciale, nautica,artistica),ritenute tipiche della classe subalterna, sono precluse a qualsiasi sbocco universitario. Anch'essa e' suddivisa in due gradi: la scuola tecnica e l'istituto tecnico, entrambi di 3 anni.
La pretesa di obbligatorietà si risolse in un fallimento, (nel 1866 il 74% della popolazione era analfabeta).
Caratteristiche positive della Legge Casati:
gratuita' e obbligatorietà della scuola primaria,
superamento della distinzione educativa tra maschi e femmine,
esigenza di una più' adeguata preparazione professionale dei docenti.
Negli anni '20:
- il 66% delle insegnanti di asilo non ha un titolo specifico e la maggior parte di esse sono suore che assistono i bambini in asili che si possono definire delle semplici sale di custodia;
- il 75% di bambini tra i 3 e i 5 anni non usufruisce di un'educazione;
- il 25 % che ha un'assistenza prescolastica e' ammassato in stanze spoglie e sovraffollate dove una maestra deve destreggiarsi con una classe di 50 bambini;
- gli asili sono distribuiti sul territorio nazionale in modo squilibrato : al nord gli asili sono il doppio di quelli dell'Italia centrale e il triplo di quelli del sud.

1861
Proclamazione del Regno d'Italia
Legge Casati estesa a tutta la penisola

1877
Legge Coppino sull'obbligo di frequenza
Fissava l'obbligo scolastico fino a 9 anni,
Cercava di rendere operante il principio dell'obbligatorietà della scuola elementare, limitatamente al grado inferiore,
Fissava le sanzioni per gli inadempienti,
Tentava di instaurare il controllo statale sulle nomine dei maestri.
Aumento delle scuole elementari (costruzione agevolata tramite i contributi dello Stato)
Nel 1881: 62% di analfabeti (in diminuzione rispetto al 1866)

1904
Legge Orlando
Prolunga l'obbligo scolastico fino a 12 anni:
4 anni di scuola elementare
passaggio alla scuola media dopo un esame di maturità
Oppure per i meno fortunati:
2 anni del corso popolare per coloro destinati quanto prima alle attivata' lavorative manuali.
Istituisce:
le scuole serali e festive per gli analfabeti
la refezione e l'assistenza scolastica a carico dei comuni per i più poveri
Crea la Direzione generale dell'istruzione elementare.
Contribuisce al miglioramento economico dei maestri.

1906
Legge n.383
Istituisce la commissione generale per il Mezzogiorno per la lotta contro l'analfabetismo nelle isole e nelle province del Sud.
Incremento delle scuole serali e festive, e delle direzioni didattiche.

1911
Legge Credaro
Rappresenta la legge che impresse maggior impulso all'espansione sistematica dell'istruzione elementare, animata dal principio che la scuola elementare e' un servizio pubblico statale.
le scuole passano alle dipendenze dirette dello Stato;
la legge istituisce: i Provveditorati agli studi,
nuovi circoli di direzione didattica,
il Patronato scolastico obbligatorio in tutti i comuni,
le scuole reggimentali e carcerarie;
stanzia fondi per le biblio- teche popolari, scolastiche e magistrali, per le scuole degli handicappati e per gli asili; per l'edilizia scolastica, per miglioramenti economici agli insegnanti;
nel 1914, emanazione dei primi programmi sull'educazione prescolastica.
La legge Credaro diede un forte impulso all'incremento della scolarizzazione,
1911: 37% di analfabeti,
1921: 27,3% di analfabeti.
1914-18
Prima guerra mondiale

1922
Il fascismo va al potere in Italia
Il fascismo vuole una propria scuola che formi il fascista perfetto, una scuola che possa agire nell'immediato sui comportamenti. Pertanto, si sforza di riempire la scuola di cerimonie e di riti fascisti per suscitare emozioni, contagio emotivo, passioni. Con queste premesse, come qualsiasi sistema utilizzato impropriamente, la scuola non si rivela efficiente. Il fascismo, anzi, azzera l'efficienza di quella che aveva ricevuto d'accatto.
Il fascismo accetta e fa propria la Riforma Gentile perche' non ha nessuna alternativa coerente e difendibile.
Si istituiscono le scuole di lavoro perché si ha bisogno di manodopera per l'industria e per l'agricoltura; si rendono più facili gli esami e gli stessi corsi del ginnasio-liceo perché si ha necessita' di farvi adire con successo l'aristocrazia fascista che ha meriti più di braccio che di testa; si accentua l'autoritarismo di insegnanti, direttori e presidi che, ognuno per il suo ruolo, e' capo dei suoi sottoposti non per ragioni culturali ma di disciplina, poliziesche e governative; si fa della scuola un luogo che non deve essere più palestra dell'intelligenza ma soprattutto di contagio emotivo di un'ideologia dominante, indiscutibile e a cui tutti debbono soggiacere purché si ha bisogno di rinforzare il mito del capo.
Tutto questo ribadisce l'ipotesi che il fascismo non ha una sua scuola parche' non ha un'idea di scuola; la prende in prestito da Gentile, ma non sa sfruttarla al meglio per i suoi fini.

1923
Riforma Gentile
La riforma Gentile non aveva niente a che fare con le proposte che il fascismo aveva avanzato fino a qualche tempo prima sulla scuola. Essa era una riforma che traeva le sue origini dalla legge Casati. La differenza tra le due normative sta nel fatto che la riforma Gentile cerca di dare una base teoretica e filosofica a un sistema scolastico che la legge Casati aveva costruito spinta soprattutto da preoccupazioni politiche.
Gentile crede che la scuola serva alla classe dirigente, che per definizione deve dare sempre il meglio di se' per guidare le masse e tutto il Paese e quindi e' quel ceto che deve poter frequentare al meglio la scuola migliore.
La riforma Gentile interessa tutti i gradi di scuola:
Gli asili infantili, chiamati "scuole materne", costituiscono il primo grado (preparatorio) dell'istruzione primaria; esso e' di 3 anni e non e' obbligatorio. Di fatto, la scuola materna e' affidata ai comuni e all'iniziativa privata, conservando intatte le sue finalità caritativo-assistenziali.
L'obbligo scolastico e' elevato a 14 anni.
L'insegnamento della religione cattolica e' ritenuto fondamento e coronamento dell'istruzione elementare.
La scuola post-elementare viene articolata in avviamento professionale (3 anni) e ginnasio.
La scuola superiore viene divisa in scuole tecniche e licei.
La scuola normale prende il nome di "isituto magistrale",e serve per il conseguimento dell'abilitazione all'insegna- mento elementare.
La riforma rese sempre più difficile l'accesso al liceo classico, il corso formativo per eccellenza,introducendo un esame di ammissione per ogni sezione al corso.
La scuola tecnica fu rimpiazzata dalla nuova "scuola complementare", una specie di post-elementare che serviva solo per compiere l'obbligo scolastico.
Vengono, inoltre, istituite scuole speciali per handicap sensoriali (ciechi e sordi).
La scuola elementare non ha un vero e proprio impulso, e non risulta funzionale neppure agli scopi del regime, parche' resta una scuola inefficiente.
La scuola dell'obbligo sforna ripetenti a getto continuo e "approvati" che sono per gran parte destinati all'analfabetismo di ritorno date le loro disagiate condizioni socioculturali.
Nel 1931 gli iscritti sono quasi l'80% degli obbligati, ma molto spesso abbandonano dopo le prime tre classi.
Solo il 44% dei ragazzi iscritti raggiunge il proscioglimento, ossia l'esame di terza elementare.
L'alfabetizzazione peggiora nell'era della fascistizzazione.
La scuola complemen-tare e l'istituto magistrale fecero subito registrare un vero e proprio crollo delle frequenze

1924
Abolizione del diritto di stampa, parola, associazione politica, ecc. vengono emanate le leggi "liberticide" di Mussolini, sciolto il Parlamento, sciolti tutti i partiti politici. E' l'inizio della vera e propria dittatura fascista.

1929
Concordato tra Stato e Chiesa
Il concordato garantisce la sopravvivenza del Seminario e delle scuole religiose.

1933
Avvento al potere in Germania di Hitler e del nazionalsocialismo, che viene proclamato l'unico partito consentito.

1940

Attuazione accordi internazionali Mussolini-Hitler.

1945

Fine della seconda guerra mondiale; liberazione dal nazifascismo ad opera della Resistenza e delle truppe angloamericane.

1945
Emanazione dei nuovi Programmi, istruzioni e modelli per le scuole elementari e materne.

1947
Legge n.457
Sono ripristinati i Patronati scolastici
D.L. n.1599
Viene istituita la scuola popolare che riunisce in se' le scuole serali, festive ed estive per adulti per meglio combattere l'analfabetismo.

Anni '60
Si verificano gli eventi più importanti per la scuola del dopoguerra: il varo della legge sulla scuola media unica con il conseguente effettivo prolungamento dell'obbligo scolastico fino a 14 anni, sulla scuola materna statale, la contestazione del '68.

1962
Legge n.1859
Istituisce la scuola media unica.
Essa sostituisce qualsiasi altro tipo di scuola secondaria inferiore,
supera il 'binario morto' della scuola di avviamento professionale
E' gratuita e obbligatoria per tutti i ragazzi dagli 11 ai 14 anni,
La componente collegiale dei docenti acquista maggior peso attraverso i consigli di classe.

1974
Con i decreti delegati (1974), vengono istituite altre strutture collegiali che prevedono la presenza di genitori, di forze sociali e, limitatamente alla scuola superiore, anche degli studenti.

fonti Genovesi, Storia della scuola in Italia dal Settecento a oggi, Laterza Comune di Bolzano, Guida al Museo della Scuola di Bolzano

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